Did-acta

A cura di Fedra Pizzato

 

Perché una sezione sulla didattica?

La recente riorganizzazione dei settori scientifici disciplinari che ha investito anche la storia della scienza ha permesso una nuova riflessione sulla mission che ci troviamo oggi a svolgere non solo nella ricerca e nella didattica universitaria, ma anche nella società in generale. Notevole, da questo punto di vista, è stata la volontà, estesa al gruppo scientifico disciplinare, di includere la didattica e la formazione tra gli obiettivi specifici di logici, storici e filosofi della scienza. Ciò risponde certamente a una rinnovata consapevolezza del ruolo sociale che queste discipline si trovano a svolgere nella realtà contemporanea grazie alla loro capacità di superare le tradizionali barriere tra le cosiddette due culture.

La rinnovata sensibilità per l’impegno educativo, d’altra parte, risponde a una nuova attenzione per i temi della formazione permanente e dell’educazione nel quadro di quello che viene chiamato da varie istituzioni internazionali “un nuovo umanesimo”. Un sempre maggiore contributo pedagogico viene oggi richiesto, infatti, dalle principali istituzioni politiche e culturali nazionali e internazionali al mondo dell’università e della ricerca sui temi della cittadinanza, dell’orientamento e della formazione nell’ambito delle “competenze per la vita” (life skills). I documenti recentemente prodotti dall’UNESCO invitano, ad esempio, a promuovere un “contratto sociale per l’educazione”, base necessaria ad affrontare sfide come pandemie, crisi climatica, povertà, guerre (2021). Accanto all’impegno UNESCO, anche la Carta della Terra (2000) e l’Agenda 2030 dell’ONU (2015) sostengono con forza l’azione di chi lavora nel campo dell’alta formazione sul piano educativo e sociale.

D’altra parte i documenti di indirizzo emanati dal MIM e del MUR, e la costruzione dei nuovi curricoli scolastici e universitari recepiscono queste indicazioni. In particolare, l’UE e i ministeri competenti richiedono alla scuola e all’università di impegnarsi a promuovere, attraverso azioni che comprendono tutti i gradi della formazione (dall’infanzia alla terza età), le competenze chiave proposte dall’UE nel 2006 e nel 2018. La direzione intrapresa va, dunque, verso una formazione che valorizzi sempre più le discipline e la formazione in ambiti trasversali, che si concentri su aspetti di metodo, più che di contenuto disciplinare. In questo senso, le competenze degli storici della scienza sembrano particolarmente adatte a proporre nuove riflessioni e nuove esperienze di ricerca-azione.

Se guardiamo poi al mondo dell’istruzione nel nostro paese, il passaggio che si chiede di fare alle scuole non è semplice né scontato: si sta cercando di riorientare un sistema largamente basato sulle discipline verso uno nuovo paradigma basato sulle competenze. Questo pone nuove sfide alla formazione dei docenti e alla loro intraprendenza nel mettere in pratica nuove metodologie di insegnamento attivo. Punto di riferimento per questo cambio di paradigma restano le citate indicazioni del Consiglio d’Europa. L’Unione Europea si sta, inoltre, impegnando in modo sistematico alla definizione del concetto di competenze proponendo:

  • Un framework sulla competenza digitale (DigComp, del 2015).
  • Un framework sulla competenza imprenditoriale, la creatività e lo spirito di iniziativa (EntreComp, del 2016).
  • Un framework elaborato per approfondire «le competenze personali e sociali nonché la capacità di imparare a imparare, al fine di migliorare la capacità di gestire la propria vita in modo attento alla salute e orientato al futuro» (LifeComp, del 2020).

 

Obiettivi e tipo di contributi ammessi nella sezione

Nel contesto di simili cambiamenti, questa rubrica ha lo scopo generale di dare spazio all’auspicata missione del settore scientifico e di promuovere e valorizzare l’azione e la ricerca nell’ambito educativo da parte degli storici della scienza.

Il primo degli obiettivi della sezione è il riconoscimento della trasversalità della storia della scienza e la sua promozione come ambito e strumento di formazione e dialogo tra varie discipline. Si intende innanzitutto mostrare come essa abbia le caratteristiche per guidare una nuova progettualità didattica e una formazione transdisciplinare, accessibile e inclusiva. La storia della scienza può, infatti, divenire un terreno di condivisione di sapere, buone pratiche e strumenti didattici che abbattano il divario tra cultura umanistica e cultura scientifica. La rubrica includerà dunque contributi originali che mirino a discutere le potenzialità, a illustrare buone pratiche o a fornire materiali di storia della scienza declinati con valenza critica e innovativa per i vari ambiti della formazione e dell’educazione (scuole, musei, formazione continua ecc.).

Il secondo obiettivo di questa rubrica è promuovere i progetti didattici di eccellenza e le buone pratiche educative che coinvolgono la storia della scienza. Saranno ospitati nella rubrica, dunque, saggi dedicati a illustrare progetti di formazione docenti, di formazione continua e professionale, di divulgazione e promozione della storia della scienza nelle scuole di ogni ordine e grado, nei musei e nelle istituzioni culturali, ma anche iniziative di faculty development nelle università. Queste ultime includeranno tanto esperienze relative al miglioramento della didattica universitaria nel settore disciplinare, quanto in settori differenti in cui le buone pratiche d’insegnamento abbiano mostrato le potenzialità della storia della scienza per la formazione universitaria nel suo insieme.

Un ulteriore obiettivo è fornire un supporto reale alla comunità della storia della scienza nell’ambito della ricerca e della progettazione didattica. Saranno ospitati occasionalmente contributi scientifici relativi alle nuove normative, agli indirizzi istituzionali, e alle tematiche chiave del dibattito contemporaneo nel settore della pedagogia, della didattica e della formazione relative a tutti gli ambiti di azione degli storici della scienza. Scopo di includere tali contributi è fornire strumenti utili alla progettazione di iniziative di formazione e ricerca e promuovere un’azione educativa all’avanguardia nel nostro settore.

Lingue di pubblicazione: italiano, inglese

Lunghezza dei contributi: variabile (5.000-7.000 parole); possibilità di aggiungere materiali e approfondimenti sulla piattaforma on line

Procedura di valutazione: peer review