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"Un archivio per la chimica. Marie-Anne Paulze-Lavoisier (1758-1836) tra scrittura, pratica sperimentale e sociabilità" di F. Antonelli, "L’azoto, il fosforo e la chimica nuova. Storie di luce e combustione (1774-1799)" di Maria Teresa Monti
Giovedì 18 Aprile 2024, 17:00
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GNFSC - Giovedì 18 aprile 2024. Ore 17.00

Conferenza on line della dott.ssa F. Antonelli (Marie Skłodowska-Curie Fellow – Universitat de València)

Un archivio per la chimica. Marie-Anne Paulze-Lavoisier (1758-1836) tra scrittura, pratica sperimentale e sociabilità

Come sanno bene gli esperti di chimica del Settecento, i fondi d’archivio e le collezioni riconducibili al chimico francese Antoine-Laurent Lavoisier (1743-1794) sono estremamente ricchi e conservati in ottime condizioni, benché divisi in istituzioni diverse. Quaderni di laboratorio, quaderni di viaggio e appunti di ogni tipo (ma anche strumenti, minerali, libri) si offrono dunque oggi come fonti importanti in studi tra loro diversi. Questo intervento propone di tornare su questa grande mole di materiali, e specialmente le carte, alla luce di un dettaglio: la presenza, tra una pagina e l’altra, della mano di Marie-Anne Paulze-Lavoisier (1758-1836), moglie e collaboratrice del chimico francese, incaricata della compilazione e della conservazione di questi materiali. Questo cambiamento di prospettiva, che sposta il focus dell’indagine dei soli contenuti all’esame del documento nella sua materialità, permette di sollevare nuove domande, relative in particolare al ruolo delle donne e del genere nella scienza del Sette-Ottocento e ai rapporti tra scrittura, pratica sperimentale e sociabilità nella chimica del tempo. Particolare attenzione sarà inoltre riservata agli usi che di queste carte vengono fatti dai Lavoisier stessi, sia insieme, negli anni della loro collaborazione (1772-1794), sia da Paulze-Lavoisier da sola, nella lunga fase della sua vita che segue la morte del marito (1794-1836), fino ad arrivare al passaggio di questi materiali in archivi istituzionali (dal 1837). Si vedrà così che la scrittura, dopo essere stata parte integrante della pratica sperimentale, diviene anche lo strumento attraverso cui Paulze-Lavoisier costruisce la memoria postuma di Lavoisier, influenzando in maniera profonda la storiografia dell’Ottocento e, in parte, del Novecento.

GNFSC - Giovedì 18 aprile 2024. Ore 18.00

Conferenza on line della prof.ssa Maria Teresa Monti (Università del Piemonte Orientale)


L’azoto, il fosforo e la chimica nuova. Storie di luce e combustione (1774-1799)

Molti hanno raccontato storie di luce e combustione. Meno consueto è farlo dalla parte dell’azoto, cioè proprio quei tre quarti dell’aria comune che non consentono la combustione e non innescano la luce nel fosforo, considerato da sempre il reattivo di maggior spettacolarità. La ‘provocazione’ ha dato i suoi frutti e il libro “L’azoto, il fosforo e la chimica nuova”, che li presenta, fa emergere contaminazioni inattese tra la chimie nouvelle di Lavoisier e il sistema del flogisto, ancora ben vivo, soprattutto in ambito tedesco. Fu proprio all’interno di quest’ultimo che maturò sia la forma più interessante di “chimica della luce” non lavoisieriana sia la sua prima contestazione. Le serie sperimentali di J.F.A. Göttling (1753-1809) attribuirono infatti al fosforo in azoto potente reattività luminosa e di conseguenza costrinsero entrambe le parti in causa a riconsiderare ab imis la natura del gas. Se un contributo decisivo riportò fosforo e azoto su rotte parallele, esso venne però dal biologo Lazzaro Spallanzani (1729-1799) che approdò alla chimica – e all’azoto in particolare – proprio nell’ultimo scorcio della sua lunga carriera di ricerca. Il libro esamina teorie, ma soprattutto fa storia di protocolli e di strumenti, dato che la corretta comprensione del rapporto tra fosforo e azoto richiese principalmente esattezza nell’analisi dei gas e affidabilità dei dispositivi. Gli “artigiani dell’innovazione” affiancano quindi i grandi eroi della scienza e danno la misura di quanto diffusa in quel momento fosse l’attività scientifica, quanto varia risultasse la discussione del metodo e quanto complicata riuscisse infine l’applicazione delle procedure.

 

Per ottenere il link, rivolgersi a Franco Calascibetta: franco.calascibetta@fondazione.uniroma1.it

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