Il Sidereus Nuncius può essere inteso da molti punti di vista come un’opera liminare, una sorta di emblema dell’inizio di un’epoca nuova e allo stesso tempo della fine di una concezione del mondo millenaria. La pubblicazione di quest’opera (“one’s man battle cry against ignorance” nella suggestiva definizione di John W. Hessler) segnò nel 1610 una svolta anche nella vita del suo autore. Galileo Galilei (1564-1642) aveva fino a quel momento pubblicato pochissimo, oberato dai tanti impegni accademici come professore di matematica all’università di Pisa (dal 1589 al 1592) e Padova (dal 1592 al 1610). Ma, grazie anche all’importanza politica che seppe dare alle scoperte telescopiche descritte nel Sidereus Nuncius, egli riuscì nel 1610 a essere accolto alla corte medicea senza alcun obbligo di insegnamento e in qualità di matematico e filosofo del granduca di Toscana.

Data la rilevanza di questo periodo anche per comprendere gli sviluppi successivi della filosofia della natura galileiana, il convegno si propone dunque di tornare a riflettere su alcuni aspetti della vita e dell’opera di Galileo prima del Sidereus Nuncius. L’obiettivo sarà duplice: offrire un resoconto generale dello stato dell’arte sugli anni pisani e padovani di Galileo, in modo da costituire un punto di riferimento aggiornato per future ricerche sul tema, anche in relazione all’aristotelismo “ufficiale” delle università e alle maggiori libertà delle accademie cittadine; e presentare quindi nuove e interessanti prospettive su un periodo germinale del pensiero filosofico e scientifico di Galileo. Un’indagine di questo tenore potrà dare un forte contributo alla comprensione dell’opera più matura di Galileo, aiutando così anche a meglio definire il ruolo di questo eccezionale pensatore nella storia della scienza alle soglie della prima modernità.

Il programma è consultabile in locandina.

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